“Lui ha deciso di collaborare con la giustizia, rompendo ogni legame con Cosa nostra, rendendo dichiarazioni che hanno trovato riscontri e conferme. Il ‘pentimento sociale’ richiesto dai giudici di sorveglianza secondo me è rappresentato anche dalla collaborazione che non s’è interrotta in oltre vent’anni, perché ha aiutato a scoprire la verità su ciò che era avvenuto e impedito ulteriori crimini”. In un’intervista al Corriere della Sera è netto il giudizio di Pietro Grasso, ex procuratore della Repubblica a Palermo ed ex presidente del Senato, su Giovanni Brusca , l’omicida del giudice Falcone e sulla sentenza della Cassazione che ieri ha deciso che Brusca deve continuare a rimanere in carcere nonostante la sua attiva collaborazione con lo Stato.
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