google_ad_client = “ca-pub-2863930932264280”; google_ad_slot = “9391970030”; google_ad_width = 336; google_ad_height = 280; Independence Day nel 1996 è stato un film che ha diviso le opinioni dei critici: in sintesi si lodarono gli effetti speciali (la scena della distruzione della Casa bianca è storica), ma al contempo le critiche si concentrarono sulle banalità della sceneggiatura. Recensione Independence Day – Rigenerazione I dialoghi non erano particolarmente brillanti, i personaggi erano incarnazioni di stereotipi che poco si allontanavano dai ruoli prefissati (l’alcolista aviatore, interpretato da Randy Quaid, che tutti credono pazzo per le strampalate storie sugli alieni e che è un pessimo padre, si sacrifica ed è l’unica cosa intelligente che abbia mai fatto; l’aviatore di colore, Will Smith, è tosto, un uomo “vero” e sta con una spogliarellista, Vivica A. Fox, quindi non è un figlio di papà; lo scienziato/informatico Jeff Goldblum è imbranato e ha una vita privata disastrata, ma è lui la chiave della vittoria) e la trama risultava debole in alcune parti (perché una razza aliena con navi enormi viene sulla Terra? E perché nonostante la chiara supremazia tecnologica vengono sconfitti da un semplice virus informatico?). Ha i suoi pregi questo “vecchio” film: è interessante che i personaggi all’inizio non siano legati e poi si ritrovino tutti coinvolti insieme nella lotta e di certo l’invasione aliena della razza superiore non viene presentata come la solita invasione segreta, ma è subito belligerante e palese. Venne definito alla fine un piacevole film per l’estate
Per leggere il resto dell’articolo devi collegarti direttamente sul sito della fonte: