Dalla politica alla sanità, dall’economia in profondo rosso alla cronica carenza di infrastrutture, dal debole tessuto sociale alla storica emergenza ‘ndrangheta, che ormai ha le mani in pasta in tutti i settori. E’ una Calabria in pieno caos (oltre che nel momento peggiore della pandemia, a causa dei numeri preoccupanti dei contagi e per la situazione generale della rete ospedaliera) quella che si appresta a chiudere il 2020, senza ombra di dubbio “annus horribilis”. Una regione senza pace, che sta vivendo uno dei periodi più duri della sua storia politica e istituzionale. L’arresto del presidente del Consiglio regionale, Domenico (Mimmo) Tallini, finito ai ‘domiciliari’ all’alba di oggi per presunti rapporti con cosche di ‘ndrangheta del Crotonese, nell’ambito di una operazione, denominata “Farmabusiness”, che ha portato all’arresto di altre 18 persone, 25 gli indagati, e che ha fatto luce sugli interessi dei clan in un traffico di medicinali, anche fuori dal territorio nazionale, si è abbattuto come un terremoto su un assetto regionale già molto fragile e precario, aumentando in modo esponenziale l’incertezza che incombe sulla massima istituzione calabrese, la Regione, con l’esecutivo e l’assemblea legislativa rimasti senza guida, sia pure per motivi diversi, e con un nuovo orizzonte elettorale a nemmeno un anno di distanza dalle ultime consultazioni regionali.
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